Risarcimento danno concorrenza sleale: ecco come difenderti al meglio

Sei vittima di atti di concorrenza sleale da parte di un imprenditore rivale? Vuoi ottenere risarcimento danno concorrenza sleale?

Temi di non riuscire a recuperare quanto da te faticosamente investito nell’azienda a causa di un malfattore che nel giro di poco tempo ti ha screditato agli occhi di tutti?

Ebbene, in questo breve articolo scoprirai come impostare la tua difesa al fine di ottenere il risarcimento del danno a seguito di condotte di concorrenza sleale.

 

risarcimento danno concorrenza sleale

RISARCIMENTO FACILE: UNO SCUDO PER LA TUA IMPRESA

Il primo passo da fare per ottenere un risarcimento danno concorrenza sleale è quello di ottenere da parte del Tribunale un provvedimento che cancelli gli effetti dannosi della concorrenza sleale.

Si tratta della cosiddetta inibitoria, con la quale il giudice ordina al tuo rivale la cessazione dei comportamenti illeciti. Se ricorrono i presupposti, puoi ottenere l’inibitoria immediatamente, in via cautelare.

Il punto centrale dell’inibitoria riguarda le conseguenze a cui può andare incontro il trasgressore se non si conforma a quanto stabilito dal giudice.

Ti dico subito una cosa che non ti piacerà (preferisco essere schietto e non prenderti in giro): la pronuncia che riconosce l’inibitoria può non condurre ad una esecuzione forzata nel caso il tuo rivale se ne freghi della decisione del Tribunale.

In altre parole, se il giudice impone all’imprenditore scorretto di smetterla con i comportamenti illeciti e questi non dà seguito all’ordine impartito, nessuno potrà materialmente costringerlo ad adempiere.

Mi dispiace, così stanno le cose.

 

A meno che…

In effetti, nessuno può essere direttamente costretto a non fare o a fare qualcosa. Tuttavia, se lo richiede la parte, il giudice fissa la somma di denaro che la controparte dovrà pagare in caso di violazione o ritardo nell’esecuzione del provvedimento di inibitoria (art. 614-bis c.p.c.).

Solo se ne fai richiesta e solo se la somma da pagare è più elevata rispetto ai profitti che il concorrente ricava dalla condotta sleale, l’inibitoria sarà rispettata e il tuo diritto sarà realizzato.

 

Quindi occhio a chi ti affidi!

Anche perché il risarcimento danno concorrenza sleale non sempre si traduce in soldoni.

Alcuni pregiudizi vengono integralmente eliminati con la cessazione della condotta sleale, con la pubblicazione della sentenza, con il ritiro dei prodotti dal commercio. Il Giudice, inoltre, può adottare ogni altro provvedimento idoneo ad eliminare gli effetti degli atti di concorrenza sleale (art. 2599 c.c.).

Altre volte, invece, il risarcimento danno concorrenza sleale avviene in moneta.

Per tali danni, è molto importante:

  •  documentare tutte le spese sostenute per difenderti dalla concorrenza sleale e per provare le condotte di quel furfante (per esempio, maggiori spese di pubblicità, spese per investigazioni, spese per consulenze tecniche, spese legali)
  • documentare il mancato guadagno che la tua impresa ha subito come conseguenza della concorrenza sleale
  • provare che spese e mancato guadagno siano stati causati proprio dagli atti di concorrenza sleale

Infine, devi scegliere il criterio per quantificare il lucro cessante (o mancato guadagno), a seconda del tipo di concorrenza sleale che hai subito.

Ad esempio, il risarcimento danno concorrenza sleale viene quantificato in base al criterio della royalty in caso di concorrenza per agganciamento, in base al criterio del margine operativo lordo in caso di sviamento di clientela.

 

Vuoi saperne di più su come far valere le tue ragioni?

Nessun problema! Possiamo aiutarti gratuitamente a proteggere la tua impresa da questi disgraziati semplicemente accedendo a questa pagina (troverai la procedura passo-passo).

 

Perché il nostro lavoro è proteggere la tua unicità.
E quella della tua impresa.

Avv. Sabrina Scarparo