Danno concorrenza sleale: 6 cose da sapere per salvare azienda e portafogli

Hai subìto atti di concorrenza sleale ma non sai assolutamente da che parte iniziare per chiedere i danni causati da quel comportamento truffaldino?

Sei stanco di trovarti di fronte ad avvocati incompetenti che non vedono l’ora di farti imbarcare in una causa lunga, costosa e dagli esiti tutt’altro che certi?

Bene, se avrai la pazienza di leggere le prossime righe, scoprirai finalmente cosa che puoi fare nel caso tu abbia subìto un danno concorrenza sleale.

Danno concorrenza sleale

C’E’ DANNO E DANNO DA CONCORRENZA SLEALE.

Già. E non tutti sono risarcibili in soldoni: infatti, vi sono alcuni pregiudizi che vengono integralmente riparati, ad esempio, con l’ordine di cessazione del comportamento sleale, con l’ordine di ritiro dal commercio dei prodotti contraffatti, con la pubblicazione dei provvedimenti del Giudice.

Per dare la prova del danno concorrenza sleale, devi documentare il pregiudizio risarcibile ed accertarti che esso sia conseguenza diretta e immediata della concorrenza sleale.

Puoi ottenere il risarcimento del danno emergente (per esempio, le spese sostenute per provare – come per le investigazioni – e per contrastare la concorrenza sleale, come quelle pubblicitarie) e del danno da lucro cessante  (diminuzione del fatturato), oltre al risarcimento del danno all’immagine.

Ma fai attenzione! Non esiste più il danno in re ipsa, quindi devi prospettare il pregiudizio subito e dimostrarlo anche solo attraverso indizi e presunzioni.

COME OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DEL DANNO

CONCORRENZA SLEALE

 

1) UN GIOCO PER SOLI “IMPRENDITORI”?

La prima cosa di cui accertarsi è semplice: devi verificare se nei tuoi confronti si stia attuando o meno una vera e propria attività di concorrenza sleale.

Secondo il più recente orientamento, ciò che rileva non è tanto che un certo soggetto sia “imprenditore”, quanto, piuttosto, che operi in un contesto entro il quale può vantare il diritto a concorrere e competere in modo leale.

Ciò significa che tale disciplina riguarda non solo soggetti qualificabili come imprenditori (siano essi titolari, usufruttuari o affittuari delle aziende), ma pure i liberi professionisti, indipendentemente dalla possibilità di ravvisare in costoro i requisiti dell’attività dell’imprenditore (Trib. Milano, Sez. spec. Impresa, 06/06/2017, n. 6359).

In secondo luogo, i soggetti coinvolti devono agire all’interno del medesimo settore di mercato, anche se a livelli diversi (per esempio, fa concorrenza sleale il dettagliante nei confronti del produttore, se il primo discredita il prodotto del secondo per favorire le vendite di altro prodotto sul quale consegue un margine di guadagno superiore).

 

2) ATTENTO AI PARASSITI D’IMPRESA

Per avere un danno concorrenza sleale, non sempre è necessario che il tuo competitor ponga in essere un comportamento tale da generare confusione tra i consumatori (come accade quando imita i tuoi prodotti: art. 2598, n. 1, c.c.): è sufficiente che egli compia attività di concorrenza sleale “parassitaria”, anche se non confusoria (art. 2598, n. 3, c.c.).

Cosa significa attività di concorrenza sleale “parassitaria”?

In parole povere, si tratta del continuo e sistematico operare da parte del tuo rivale nel solco della tue orme e in tempi piuttosto ravvicinati (Trib. Bologna, sez. IV, 13/10/2017, n. 2222).

Ciò può avvenire, ad esempio, mediante la sistematica riproduzione di tutte quelle iniziative imprenditoriali che hai escogitato dopo lunghe notti passate insonni, oppure quando il tuo concorrente sfrutta a suo vantaggio la notorietà della tua impresa e la rinomanza del tuo marchio.

 

3) OCCHIO ALLE MALE-LINGUE

Un’altra tipologia di concorrenza sleale si ha ogni qual volta l’imprenditore diffonda notizie o apprezzamenti sulla tua attività in modo da screditarla (art. 2598, n. 2, c.c.).

È il caso, ad esempio, del rivale che esorti a non comprare i tuoi prodotti perché dannosi per la salute, o perché di scarsa qualità, o perché il prezzo è ingiustificatamente troppo alto.

Tieni presente, comunque, che nei limiti del principio di verità e della correttezza professionale, oggi è lecita la pubblicità comparativa.

 

4) LA LOCUZIONE EVANESCENTE

Aldilà delle ipotesi su esposte, ciò che può in ogni caso può configurare atti di concorrenza sleale è il mancato rispetto dei principi di correttezza professionale (art. 2598, n. 3, c.c.).

Sebbene si tratti di una locuzione evanescente, di fatto non cambia la sostanza rispetto alle ipotesi precedenti, essendo comunque sempre indispensabile provare l’idoneità del comportamento ad arrecarti un pregiudizio.

Gli esempi maggiormente esplicativi sono costituiti dal fenomeno dello storno di dipendenti, dallo sviamento della clientela, dalla sottrazione di informazioni aziendali riservate.

 

COME AVERE RAGIONE

A questo punto vediamo come tutelare nel migliore dei modi le tue ragioni.

5) HAI PROBLEMI CON L’AUTO? TRANQUILLO C’È IL MACELLAIO!

Presupposto necessario per non rischiare di rimanere a bocca asciutta alla fine del percorso è quello di affidarsi a studi legali altamente specializzati in diritto societario e tutela della concorrenza.

Sebbene questo possa apparire scontato, ti assicuro che molte persone ancora oggi sono convinte che qualsiasi avvocato riesca ad occuparsi di tutte le tipologie di controversie esistenti.

Come a dire che per curarsi il mal di denti va bene pure il pediatra (o come dire che se hai problemi con l’auto può aiutarti il macellaio)!

 

6) FATTI. FATTI. E ANCORA FATTI.

Una volta che ti sei deciso ad instaurare una causa contro il nostro competitor sarà molto importante affrontare il processo portando all’attenzione del giudice ogni elemento di prova che dimostri il danno subìto a seguito degli atti di concorrenza sleale.

Ma attenzione! Tale onere probatorio spetterà a te in quanto imprenditore danneggiato; dovrai avere, inoltre, molta cura di produrre tutto quanto in tuo possesso (es. documenti, fatture e registri contabili), di incaricare un valido consulente tecnico e di procurarti i nominativi dei testimoni al corrente dei fatti.

Tutte queste attività devono essere introdotte nel processo in primo grado, perché l’allegazione di ulteriori elementi è del tutto preclusa laddove in seguito tu intenda fare appello alla sentenza.

 

LA LEGGE È DALLA TUA PARTE (se sai come interpretarla)

La legge offre, inoltre, alcuni strumenti di natura cautelare che servono per far cessare immediatamente i comportamenti scorretti dell’imprenditore rivale.

Si tratta, in altre parole, di provvedimenti urgenti con cui il giudice ordina al nostro rivale scorretto di smetterla con le violazioni nei tuoi confronti.

Ti consiglio, quindi, di agire subito in tal senso così da stoppare fin da subito l’imprenditore sleale.

Dopodiché non ti resterà che attendere che il giudice stabilisca quanto ti spetta come risarcimento danno concorrenza sleale.

Vuoi saperne di più su come ottenere che quel disgraziato che ti sta mandando in bancarotta la smetta sin da subito?

Nessun problema: completa il modulo nella nostra pagina dei Servizi!

Perché il nostro lavoro è proteggere la tua unicità.
E quella della tua impresa.

Avv. Alfredo Buccella